“Non sono quello che mi è successo, sono quello che ho scelto di essere”
Carl Jung

Siamo sempre in movimento. Ed è molto difficile onorare tutti i passaggi della nostra vita: più esperienze si accumulano, più c’è il rischio di saltare alcuni di questi passaggi…

Oggi siamo “altro” da ieri e spesso non ce ne rendiamo conto, “non ci accorgiamo” di quello che siamo, di quello che stiamo diventando. E così talvolta anche le opportunità che riusciamo ad avere, se non collegate a una chiarezza di visione del nostro procedere, non ci fanno andare da alcuna parte. Se restiamo in ascolto dell’ADESSO, invece, ci orientiamo meglio.

Coaching e Terapia

Non bisogna confondere il Coaching con la terapia: il Coaching richiede che il destinatario abbia una struttura della personalità salda, seppure magari momentaneamente in disequilibrio; non è indicato per risolvere disturbi strutturali della personalità e prevede una relazione più coinvolgente ed empatica rispetto alla Terapia.

Il Coaching è una sorta di accelleratore, NON si concentra sul Passato, bensì sul Presente e sul Futuro per aiutare le persone a raggiungere i propri obiettivi.

I clienti del Coaching (Coachees) sono persone creative, piene di risorse, emozionalmente sane e interessate a lavorare per creare la migliore vita e-o la miglior carriera possibile.

 Chi si rivolge al Coaching?

Chi si rivolge al Coaching è una persona  smart, brillante e piena di risorse che in un preciso momento della vita ha necessità di chiarificare e allineare i propri obiettivi approfondendo la scoperta di sé e confrontandosi con un partner di pensiero per creare maggiore chiarezza e per diventare proattivo, conservando sempre e comunque piena autonomia e responsabilità nelle scelte.

Il Coach accompagna il Coachee in un processo delicato e importante: si muove con estrema cautela senza spingere verso una decisione ma stimolando la maturazione della scelta con le giuste domande, il brainstorming  e tutte le tecniche di cui un Coach dispone per favorire il processo di autoconsapevolezza e decisionale.

 

 

Cosa succede durante un percorso di Coaching?

 

Nella nostra vita possiamo parlare di LIFE CHAPTER, ovvero di “capitoli di vita” e di LIFE TRANSITIONS,  “momenti di transizione”.

Nella fase Uno di un Life Chapter le persone solitamente si sentono soddisfatte, energiche, e ottimiste. Possiamo fare l’esempio di un giovane che ha terminato gli esami di maturità e sta per scegliere l’Università, o di chi è appena entrato in un nuovo ambiente di  lavoro: ogni sfida gli sembra un’opportunità per costruire il proprio futuro.Tuttavia, quando le persone entrano nella seconda fase di un Life Chapter si possono sentire insoddisfatte, demotivate, annoiate. La facoltà scelta improvvisamente non sembra più così stimolante e sorgono dubbi sull’aver fatto la scelta giusta oppure, nella carriera, non riescono ad adattarsi all’azienda per cui lavorano, hanno rapporti poco gratificanti con i colleghi o sentono di avere esaurito gli stimoli e di fare ormai solo il necessario, senza più slancio e passione. Spesso la risposta a questa insoddisfazione è una “mini transizione”: per esempio si può cambiare lavoro ma non carriera, ci si può trasferire in un’altra città oppure si può cercare di risolvere cosa non funziona conservando tutto il resto. Potremmo provare a immaginare una “mini transizione” come una sorta di cambiamento di frequenza quando si ascolta la radio sintonizzandola su altri canali. 

Meno frequentemente le persone entrano in una più profonda LIFE TRANSITION,  una Transizione, che è un vero e proprio cominciare da capo approfondendo la conoscenza di sé e cercando di concretizzare i propri sogni.Una Life Transition è un processo più lungo, più profondo in cui ricercare sostanzialmente una nuova direzione e una diversa comprensione del significato della propria esistenza. Per esempio, si ha una Life Transition quando si prende la decisione di concludere un matrimonio, o quando si cambia completamente direzione alla propria carriera, o si devono affrontare importanti problemi di salute.

La Life Transition è infatti generalmente caratterizzata dalla sensazione che qualcosa di importante stia per finire, da un periodo di confusione e di stress e da un nuovo inizio. Emergono nuove prospettive e in questo processo le emozioni che le persone possono sperimentare sono intense ma spesso anche molto dolorose: rabbia, tristezza, frustrazione, la sensazione di essere in trappola o di soffocare, risentimento, paura, debolezza..E’, questa, un’ottima opportunità per fare un’esplorazione più profonda dei propri valori, di ciò in cui si crede, giungendo infine ad un vero e proprio rinnovamento spirituale.

Come già visto per il Life Chapter, anche la Life Transition si compone di due fasi:la prima riguarda la ricostruzione di sé stessi, la seconda include il training, la “sperimentazione” di sé in un nuovo contesto e il networking.Il Coach può essere chiamato per determinare in quale fase si trovi il Coachee e modellare il Coaching sui bisogni relativi ad ognuna di queste quattro fasi. Ad esempio, nella fase Uno di un Life Chapter, il Coach può assistere il Coachee nel raggiungere i propri obiettivi, imparando ad assumersi rischi e vivere nuove opportunità focalizzandosi su possibili avanzamenti di carriera. Nella fase Due di un Life Chapter, quando tendenzialmente si possono presentare sentimenti come paura, rabbia o sollievo, può essere appropriato assistere il Coachee nel prendersi un periodo di riflessione in cui creare nuovi connessioni e incontri ed esplorare altri propositi. In una Transizione il Coach può aiutare attraverso un’indagine sull’identità con un processo di chiarificazione dei valori, consentendo al Coachee di integrare un nuovo scopo e di disegnare la propria visione di un futuro ideale: può assistere il Coachee nella creazione di un exit plan; può lavorare sul creare nuove connessioni con persone appartenenti ad altri ambiti; può esplorare nuovi lavori o carriere; motivare e qualche volta spingere il Coachee, verso il training più appropriato per acquistare self-confidence, o, se necessario, verso un percorso terapeutico..

Il Coach può dare, in pratica,  una sorta di “mappa” per navigare al meglio nel futuro scelto coscientemente dal Coachee.

In tutto questo è fondamentale che il Coach ricordi al Coachee che le transizioni -e i sentimenti scomodi che le accompagnano e sono a queste associate- sono eventi normali nella vita.

Si parla di PERFORMANCE COACHING se ci si focalizza sul ritocco delle abilità (skills) del Coachee, sulla chiarificazione degli obiettivi e sullo sviluppo di azioni per ottenere i risultati desiderati (possono bastare anche 3-6 sessioni); si parla invece di TRANSFORMATIONAL COACHING se viene incluso un processo più lungo nel tempo per arrivare a un cambio  di prospettiva, di valori, per realizzare un corso di vita potenziale e futuro.

Dal punto di vista strettamente operativo (CAACS) si può dividere il lavoro in più fasi:

CONNESSIONE: è la fase in cui creare connessione stabilendo un clima di fiducia e massima riservatezza ed eliminando ogni distrazione che possa bloccare il Coachee;

ASSESSMENT: è la fase in cui il Coach può valutare l’attuale situazione del Coachee, i punti di forza, le aree di sviluppo, le skills presenti e quelle da conseguire, i valori e gli obiettivi.In questa fase solitamente è evidente il divario tra l’area in cui il Coachee si trova e quella in cui vorrebbe essere.

ARTICOLAZIONE: il Coach aiuta il Coachee, attraverso le tecniche e metodi del Coaching, ad articolare ciò che è emerso come focus attraverso il percorso di Coaching. In questa fase si crea un’Agenda (ovvero un piano di sviluppo in cui stabilire gli obiettivi principali) e si procede definendo le azioni da intraprendere attraverso passi (actions steps) che siano sfidanti ma realizzabili, immaginando i possibili ostacoli e le soluzioni per aggirarli.

AZIONE, IMPEGNO (Commitment) E SUPPORTO: dopo aver assistito il Coachee nel dichiarare la propria visione e missione, il passo successivo del Coach è convertire questa visione in obiettivi impegnativi ma realistici, convalidare questi obiettivi in ​​termini di valori dichiarati, impegnarsi in azioni che permettano di andare in avanti e completare con successo questi passaggi. In questa fase vengono identificate le risorse necessarie per superare le criticità (opzioni).

Il processo di trasformazione degli obiettivi in ​​azioni può essere basato su alcune tecniche, tra cui, per esempio:

– brainstorming di potenziali azioni pertinenti;

– analisi dei pro e dei contro di ogni azione e selezione dell’azione migliore e più utile per anticipare gli ostacoli;

– preparazione di un piano per gestire gli ostacoli.

Il Coachee di solito è pronto a impegnarsi in un piano d’azione specifico quando ha generato da sé le proprie idee, sfide e soluzioni, affrontato gli ostacoli che possono sorgere e incontrato sostegno e incoraggiamento da parte del Coach.

Quello che è fondamentale sottolineare è che durante tutto il processo di Coaching saranno garantiti ascolto attivo, massima riservatezza, stimoli e supporto costante per aumentare l’autoconsapevolezza del Coachee.

Che aiuto ti posso dare?

Lavorando con me potrai:

  • elaborare strategie per individuare e raggiungere i tuoi obiettivi;
  • scoprire le tue risorse innate;
  • allenare e potenziare le tue qualità;
  • costruire piani di azione concreti;
  • imparare a gestire il tuo tempo e la tua agenda;
  • gestire e superare i conflitti e lo stress;
  • imparare ad acquisire nuove skills;
  • aumentare la produttività;
  • ottenere nuovi strumenti per il tuo business;
  • migliorare i rapporti interpersonali (affettivi, professionali, sociali);
  • migliorare la tua modalità relazionale e le tue capacità espressive;
  • accrescere l’intelligenza emotiva;
  • comunicare in modo convincente;
  • parlare in modo chiaro e udibile;
  • vivacizzare il messaggio ed esprimere in modo semplice idee complesse;
  • migliorare l’impatto sugli altri, conquistare e accrescere il tuo carisma;
  • concentrarti sui tuoi bisogni;
  • rimetterti al centro della tua vita.

 

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“Nei mie percorsi di Coaching aderisco al Codice Etico definito dall’International Coach Federation”

 

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