SOLE di e con Valentina Capone
Enrico Fiore – Il Mattino da “Ritorna in scena de Berardinis fantasma d’amore” 30 gennaio 2009
Il titolo “Sole” allude, insieme, alla stella in assoluto ed alla condizione delle donne nelle “Troiane” ed in “Ecuba”… E in effetti sotto il disco del sole Ecuba partorisce. Ma nascere significa venire alla luce. E c’è una radice indoeuropea, “ve-el” che indica sia i veda, gli antichissimi libri della sapienza indiani, sia, per l’appunto, il Sole, presso i greci Elios. Valentina, insomma, ci accompagna in un viaggio di ritorno agli archetipi che è, per ciò stesso, un percorso iniziatico, un rituale di conoscenza. Ma ecco, improvviso, uno scarto lancinante. Lei sparisce nel buio e quando rientra nella luce ci si mostra come una reincarnazione di Leo de Berardinis, del quale, negli ultimi anni, fu la fedelissima attrice e la compagna di vita….E’ una sorta di trance… E allorché si ferma, al centro della ribalta, prende a mormorare, le braccia strette sul seno, l’epicendio d’amore tratto da “Febbre” di Sarah Kane… Quanti ossimori! L’epicendio d’amore tratto dal testo di una che si è uccisa per troppo amore, chissà se amore per un altro essere o per l’essere semplicemente… Ma ci spiegò tutto Cendrars: “Solo un’anima piena di disperazione può raggiungere la serenità, e per essere disperati bisogna aver molto amato il mondo, e continuare ad amarlo”.
Vogue Giugno 2009
Solitudine e disperazione vengono gridate in “Sole” dell’intensa Valentina Capone, che, rifacendosi al suo vissuto, a “Le troiane” di Euripide , alla cupa drammaturgia di Sarah Kane, mette in scena gli incubi dell’oggi in un mosaico tutto femminile.
Franco Cordelli -Il Corriere della sera da “La passione delle Troiane” Festival di Andria 7 Settembre 2008
La Capone è bravissima, polimorfa, abile nel passare da un personaggio all’altro.
Cosimo Filigheddu -Sardegnabloggger da “Valentina Capone, un corpo sotto il Sole” 9 dicembre 2016
In questa bella operazione teatrale il corpo è protagonista. Il corpo plastico ed eclettico di Valentina Capone.. Un corpo che non danza, perché la danza sarebbe arte riduttiva rispetto a questo sapiente, complesso e ininterrotto processo di destrutturazione e ricomposizione di tronco e capo e gambe e braccia che la Capone compie ..E’ davvero straordinaria la capacità della Capone di rendere questa infinita gamma di differenze con altrettanti rapidi passaggi di movimenti, di parchi eppure risolutivi cambi di costume in scena, metamorfosi di aspetto e di voce che vanno dai toni maestosi della tragedia a quelli comici.. Insomma, più di un monologo, molto di più, anche se Valentina è sola sul palcoscenico a interpretare le sue tante donne. Un racconto strutturato ma anche dai tanti accenti misteriosi e affascinanti… di una potente teatralità.
Rossella Diana -Roma da “Sole, una tragedia visionaria al Nuovo” 29 Gennaio 2009
Valentina Capone ha portato in scena presso il teatro Nuovo lo spettacolo“Sole”, uno straordinario monologo di cui è anche regista… Toccante il pezzo della “dichiarazione d’amore”. Sole è uno spettacolo dal notevole impatto emotivo, così come lo ha dimostrato l’applauso fragoroso del pubblico in sala. Tutto lo spettacolo ha carattere visionario e Valentina Capone è straordinaria.
Titti Danese – Elle da “Le Maschere di Valentina” Luglio 2003
Bella, forte, carismatica, al debutto come regista, Valentina Capone, giovane attrice- autrice, assembla in Sole una scrittura appassionata e tragica. E ci infila dentro un suo straordinario monologo.
LIFEGATE Critica e informazione teatrale Settimana dal 27/01/2003 al 03/02/2003
Sole, di una strepitosa Valentina Capone..un percorso segreto che lavora sottopelle generando un potente impatto emotivo nello spettatore.
Italo Interesse -Il Quotidiano da “Cinque sfide personali per aprire una breccia” 22 Gennaio 2003
Sole si incentra sulla figura di Etora, monologante madre di tutte le donne inattesa del ritorno del proprio uomo dalla guerra. Una figura accorata ed autentica, (divertente anche nei passi demenziali) che trova nella brava Valentina Capone l’espressione di un altissimo senso della femminilità.
Emanuele Mandelli -La Cronaca ed. Crema da“Le donne sole di Valentina alla fine di Apritiscena” 4 Ottobre 2004
Valentina Capone ha chiuso sabato sera presso il San Domenico la sesta edizione di Apritiscena con uno spettacolo, Sole, breve, intenso e perfetto. All’improvviso la Capone esce dai personaggi storici e sola, illuminata appena da un faro, parte con un monologo rivolto a un uomo che non c’è, da pelle d’oca. ..E poi il finale, quando quest’ attrice così multiforme e sensuale, riunisce in sé le donne di Euripide in uno sguardo quasi allucinato che sconvolge.
Monica Menna -Teatro on line da “Teatro Quirino: Etora, l’amore senza punteggiatura” 28 Settembre 2009
Valentina Capone non dà certezze.. C’è il sogno da un lato e l’incubo dall’altro.. strappa sorrisi e lacrime..(..) una suggestiva performance visionaria, introspettiva, sensoriale con luci e musiche (che non sono complemento ma componente essenziale) che aiutano a tratteggiare. Sole è spettacolo di solitudini, non di eroi. Straordinaria l’intensità dell’attrice.
Claudio Meldolesi (storico del teatro ed Accademico dei Lincei)
Un’attrice qualificata dalla volontà di vita.
Laura Mariani, docente universitaria, studiosa in particolare dell’Arte delle attrici
Andando oltre la sua performance, l’attrice mette in scena la necessità umana e artistica che la porta, nonostante tutto, ostinatamente, a ricercare la vita nel teatro e a proseguire così la lezione del suo Maestro.
PSICOSI 4:48, di S. Kane regia di D. Iodice con V. Capone, un progetto a cura di Valentina Capone -Teatro laboratorio San Leonardo
Franco Cordelli -Il Corriere della sera da “Nella stanza bianca la donna si arrende” 10 Marzo 2005
In una bianca, agghiacciante stanza priva di connotazioni, che potrebbe essere d’ospedale, in cui non resta che il vuoto letto rovesciato, Valentina Capone leva la sua nota gentile. È a piedi scalzi…..è in sottoveste e con il suo biondo caschetto, non più seduttivo come al tempo di una felicità che forse non c’è mai stata. A gambe leggermente divaricate si sposta ondeggiando, oscillando, tremando. Parla a bassa voce. Si interrompe. Afferra quel tavolo, per due delle sue quattro gambe e lo fa ruotare in circolo, come fosse il suo partner di ballo. Si appoggia al muro stremata. Recita la sua litania come un’attrice americana, poniamo Jessica Lange, in un dramma diTennessee Williams. Avanza verso di noi, si pone di profilo, torna indietro…..Improvvisamente accelera quando si umilia a chiedere tutto ciò che desidera. Valentina Capone avanza verso il pubblico ancora una volta. Il suo “tu”siamo noi, spettatori impotenti. Si oscurano le luci …Valentina-Sarah apre le braccia, come un angelo. Piega il capo in avanti, come un affogato. È, ancora una volta, una memorabile prova d’attrice. I confronti sono d’obbligo. Per Monica Nappo, il dramma di Sarah Kane era un grido di dolore, urlo e solitudine, prigionia e rivolta. Per Giovanna Mezzogiorno era regressione, piegarsi in due, in quattro, accoccolarsi, annientarsi. Per Giovanna Bozzolo era una disperata lotta della mente contro il corpo che va in pezzi, scansione e divisione del dolore per renderlo comprensibile: una lotta senza quartiere. Per Valentina Capone è una resa al proprio corpo, al cuore che non comanda più niente, al mondo che ci sopraffa. Nella sua prova vi è qualcosa di lancinante, che ci tocca nell’intimo. Vi è l’accettazione, urbana e non più urbana, della sconfitta. Magnifica anche la regia di Davide Iodice: per i tempi, per le luci, per le musiche; e per quella furia grafica, i disegni di Maria Pia Cinque.
Rodolfo di Giammarco -La Repubblica da “Una parrucca bionda per morire d’amore” 18 Aprile 2004
Ritenuto un poema estremo che riproduce febbrilmente le soglie di un distacco (autobiografico) dal mondo, l’ultimo testo di Sarah Kane continua ad ispirare nuove chiavi di lettura: il regista Davide Iodice ne trae un notevole spettacolo, un lavoro che per canoni recitativi, disegni dal vivo e rapporto spazio-luci si addentra come una tac nei bagliori di una pietà disturbata della mente, e che per il versatile linguaggio di performer di cui è capace Valentina Capone, si traduce in una vera Passione profana del corpo.
Carla Romana Antolini -Liberazione da “Psicosi 4:48 di Sarah Kane a Volterra” 5 Agosto 2004
Alla Capone il merito di rimandare al pubblico il testo senza mai appiattirlo, ma mostrandone i molti contrasti.
Rodolfo di Giammarco Repubblica- Roma da “In ‘Psicosi 4.48’ il fuoco di Valentina Capone” 09 marzo 2005
C’ è un’ infinita luminosità, un glamour disincantato, un’ invocazione corporea delicatissima e una febbre amorosa attraversata da bruciori inauditi, nell’approccio di Valentina Capone al testo-guida (l’ ultimo) di Sarah Kane “Psicosi 4.48” che con la regia di Davide Iodice è al Teatro India, ad arricchire una gamma di versioni esaltante di questo testo assurto a canone per tante (diverse) attrici. Valentina Capone armonizza, rende spazioso il suo decalogo dell’ indecenza (della vita, dell’ affetto, delle terapie, del dolore). Il rapporto tra un’attrice e un’ artista visiva sembra richiamare il sodalizio (mancato) tra la Kane protagonista e un’ altra figura spesso allusa, lontana. E agli svenimenti ratificati da Albinati c’ è da aggiungere questo venir via, che stringe l’ anima.
MM di e con Valentina Capone
Franco Cordelli -Corriere della sera da “Maria Maddalena cieca passione”30-03-2013
In “MM -Maria Maddalena” messo in scena da una statuaria Valentina Capone, il racconto è rappreso, singhiozzante, rotto, scosceso, drammatico (..) Valentina Capone ne ha riproposto l’ ardore.
Lina Sastri tendeva a sfumare i passaggi da sentenza a sentenza; al contrario, Capone li accentua, li drammatizza. Oserei dire, li colorisce. Sastri viveva nella fiducia del messaggio (il primato dell’ anima) Capone nella fiducia della forma (il Teatro, l’ Attore).
MM regia di Valentina Capone con Silvia Pasello
Rodolfo Di Giammarco -La Repubblica da “Il dolore di Maddalena salvata dalla felicità” 10 aprile 2007
Sbattuta come una bestia penitente ma anche carnale su una scena di sola terra dopo una fugace posa crocifissa, stretta da succinti panni come la Maddalena di marmo del Canova inginocchiata in rigogliosa trance, ed estranea per nozione d’amore al clima di riscatto ecclesiale che oggi la riabilita “apostola degli apostoli”, la Maria Maddalena ispirata al monologo-gioiello di Marguerite Yourcenar contenuto nei “Fuochi” offre un’encomiabile Silvia Pasello la partitura e il contesto di uno struggente calvario. Questo raro viaggio d’attore nel profondo dei sensi e del senso, lo si deve anche alla regia e all’impianto di Valentina Capone, depositaria del folgorante Teatro di Leo De Berardinis. Nato a Fabbrica Europa, immerso in un mondo giudeo-barbarico che plasma qui Maria di Magdala come una pulzella iperuranica, questo lavoro fa raccontare a una donna immacolata promessa a Giovanni come costui l’abbandonò per seguire un Dio (mai chiamato Cristo o Gesù) brutto come il dolore ma capace d’appartenere a tutti, riservando anche a lei la sorte d’appartenere a tutti. Un’impresa così ascetica e piena di passione sembra ora quasi avanzare, con il suo “a parte” profano, nel solco del neo-umanesimo d’un film contemplativo e dello spirito come Cento chiodi di Olmi. E sì che tra la Yourcenar e Olmi ce n’è di distanza. Ma essere “salvati dalla felicità” (il commiato di Maria) è un comune sentire. Che ci tocca.
I COSTRUTTORI DI IMPERI di Boris Vian regia di D. Iodice con Alessandro Benvenuti Valentina Capone
Francesco Tei HYSTRIO N.4 da “Benvenuti e lo Schmurz” ott./dic 2005
Davide Iodice ritaglia, nel suo “I Costruttori di Imperi”, uno spazio di teatro non verbale e non legato al testo lavorando sulla figura dello “Schmurz”…una sorta di creatura poetica..una presenza lirica la cui difesa da parte di Zenobia (la Capone, forse la migliore di tutto il cast) dà origine a momenti strazianti. Tutti gli attori sono perfettamente all’altezza della situazione, a un livello di qualità impeccabile nella signora Dupont di Francesca Mazza e nella già citata Zenobia della bravissima Valentina Capone , di grande, sofferta intensità.
Magda Poli -Il Corriere della sera da “Boris Vian messo in scena con rigore” 21 febbraio 2006
Ricordiamo ..Zenobia, la smarrita figlia, dell’intensa Valentina Capone.
TROIANE di Euripide regia di Marco Bernardi -Teatro Stabile di Bolzano
Franco Cordelli – Corriere della sera da “La guerra di Troia? Un film” 23 Dicembre 2012
Un eccellente esempio di Teatro tradizionale: scrupoloso, fedele, quasi filologico nel distillare il testo, nel renderlo, dentro la sua oscurità, chiaro e diretto. Si comincia con le scandite, sonore, lievemente beffarde dichiarazioni degli Dei: Carlo Simoni è Poseidone, Valentina Capone è Atena: entrambi perfetti.
Massimo Bertoldi -L’Alto Adige
Splendido dialogo iniziale tra le due Divinità: Atena, affidata ad una convincente Valentina Capone.
LA STANZA di H. Pinter
Andrea Bisicchia -L’Avvenire da “Luci di salvezza nel Pinter più metafisico” 20 Aprile 2010
Un cast di attori dove risaltano…una sorprendente Valentina Capone.
PIECE NOIRE di Enzo Moscato
Enrico Groppali -Il Giornale da “La piece noire esalta a sorpresa il Napoli Festival” NapoliTeatroFestival Italia 15 Giugno 2009
Lo spettacolo ci emoziona e ci avvince grazie all’impatto di un’ispirata LuciaPoli alla quale, con grande intensità, si oppone la dolce Valentina Capone.
LE DOGLIANZE DEGLI ATTORI A MASCHERA di Enzo Moscato
Enrico Fiore -Il Mattino da “Enzo Moscato e l’impossibilità della maschera” NapoliTeatroFestival Italia 7 Giugno 2009
E nell’atmosfera almodovariana evocata..assolutamente formidabili sono Valentina Capone (Desiderio), Lucia Poli (La Signora). Posso dire, alfine, che questo spettacolo è una benedizione?
Enrico Fiore -Il Mattino da “Tra Moscato e Goldoni si perde Zazà” Settembre 2007
Si distinguono, accanto allo stesso Moscato, Lalla Esposito e Valentina Capone.
Franco Quadri -La Repubblica da “Tra Goldoni e Moliere il bel gioco di Moscato” di Franco Quadri Settembre 2007
Il divertimento investe tutto e tutti, dall’autore protagonista a tutto il bel cast.
Giovanni Chianelli -La Repubblica Napoli da “Goldoni va in giostra. Godibilissimo Moscato” 10 gennaio 2008
Un Goldoni godibilissimo.. Spiccano le prove di Lalla Esposito e Valentina Capone, rispettivamente la fantesca Foresta e la figlia della storica amante di Moliere, la Bejart, interpretata dalla Donadio.
Paolo Redaelli -La provincia di Sondrio da “Sì, Moliere e Goldoni avrebbero gradito” 9 Febbraio 2008
Dall’abilissimo lavoro di riscrittura del regista ed interprete Moscato un superbo risultato corale..Lo spettacolo mette in evidenza tre attrici straordinarie, Valentina Capone, Cristina Donadio e Lalla Esposito. La Capone, con un notevole saggio di recitazione, gestualità, movimenti di danza, dà vita ad una Guerrina che somiglia ad un incrocio tra Pippi Calzelunghe, Clarabella ed Olivia, stralunata con effetti comici irresistibili. ..Lavoro intelligente e multistrato.
Tonia Barone -Oltrecultura 10-01-2008
Valentina Capone in modo eccellente si esibisce in una delle tipiche “tirate teatrali” settecentesche ante riforma di Goldoni.
MACBETH INFERNO regia di Corrado d’Elia -Teatro Libero Milano
Carmelo Pistillo da “Macbeth Inferno” 26 novembre 2013
Basterebbe la scena magistrale interpretata da Valentina Capone, nei panni di Lady Macbeth, in preda alle convulsioni sacrificali del corpo e della mente a rendere imperdibile questa messa satanica shakesperiana, immaginata, scritta e allestita con sapienza visionaria da un inesauribile sognatore che risponde al nome di Corrado d’Elia. ..Corrado d’Elia e Valentina Capone, impagabili. Spettacolo assolutamente da vedere e da replicare.
Elisa Barchetta -Retrospettive.com da ” Benvenuti nell’incubo personale di Corrado D’ Elia” 24/11/2013
Una splendida Valentina Capone nel ruolo di una diabolica e perfida quanto seducente Lady Macbeth. Coppia meravigliosa sul palco, Capone e d’Elia sanno rendere concreti e vividi gli stati d’animo dei personaggi.
Roberta De Tomi –Teatro.org da “Macbeth, un inferno dark roboante” 22/11/2013
Una Lady Macbeth (Valentina Capone) carnale e bramosa, perfetta incarnazione dei vizi di una società ossessionata dal culto del potere e della personalità.
Azzurra Scattarella –SOTTOIRIFLETTORI da “Macbeth Inferno” di Corrado D’Elia al Teatro Libero 14-11-2013
Lady Macbeth, interpretata da una Valentina Capone tanto diabolica quanto sensuale.
Eros Labin –Ilgiornaleoff.it da “Il satanico Macbeth di Corrado d’Elia”20/11/2013
Valentina Capone fa di Lady Macbeth una virago sensuale, che bene rappresenta l’ambizione umana.
IL PIACERE DELL’ONESTA’ di Luigi Pirandello regia di Antonio Calenda Catania Teatro Verga -Napoli Teatro Mercadante
da CRONACA OGGI QUOTIDIANO
Accanto a Pippo Pattavina, davvero mai fuori dalle righe, da sottolineare l’interpretazione convincente di Valentina Capone.
Antonella Sturiale –ITALIANOTIZIE da “Il piacere dell’onestà che soffoca la libertà”
Nel ruolo della signora Maddalena la brava e convincente Valentina Capone.
Enrico Fiore –CONTROSCENA da “Diventa un Travet quel Baldovino che è un giudice non severo” 06-01-2017
Insieme a Pattavina, fra gli altri si distingue, nei panni della Signora Maddalena,Valentina Capone.